Il servizio civile permette agli astretti al servizio che per motivi di coscienza non vogliono prestare il servizio militare di adempire il loro obbligo di servire nell’ambito della legge sul servizio civile. Per dimostrare il loro conflitto di coscienza gli astretti al servizio civile devono prestare un servizio 1.5 volte più lungo del servizio militare (prova dell’atto). Il servizio civile è ancorato dal 1992 nella Costituzione federale nello stesso articolo del servizio militare obbligatorio (Cost. art. 59). Secondo la legge sul servizio civile, quest’ultimo ha l’obiettivo fornire dei servizi di interesse generale negli ambiti in cui le risorse per il compimento di compiti importanti per la società mancano o sono insufficienti. Poichè il servizio civile interviene anche in caso di catastrofe o di stato di necessità esso è riconosciuto dalla Confederazione come strumento della politica di sicurezza accanto all’esercito e la protezione della popolazione.
Dalla sua introduzione nel 1996 il servizio civile si è sviluppato come una solida componente del sistema dell’obbligo di servire ed è oggi solidamente radicato nella società. L’abolizione dell’esame di coscienza nel 2009 e l’introduzione della prova dell’atto garantiscono che gli astretti al servizio hanno un conflitto di coscienza e che possono svolgere il servizio civile. Questo modo di procedere ha fatto sì che il numero annuale di ammissioni è aumentato da 1600 persone (2008) a circa 6700 persone (2009). In questo modo il servizio civile fornisce un contributo per la difesa della parità di trattamento. Nel 2018 gli astretti al servizio civile (civilisti) hanno prestato in tutto quasi 1.7 milioni di giorni di servizio per la collettività. Attualmente le domande si sono stabilizzate: nel 2018 6200 persone sono state ammesse al servizio civile, ciò che rappresenta un calo di 8.5% delle ammissioni in confronto all’anno precedente.